"Vivi per lavorare o lavori per vivere?".
Questa è una delle domande che dobbiamo porci per
riflettere sulla qualità della nostra vita.
Viviamo in un
momento storico particolare di crisi economica e di valori e a ciò c'è da
aggiungere il conseguente numero elevato di disoccupati o di lavoratori precari. A
questi si sommano tutti coloro che sono costretti a piegare la testa al lavoro, spesso infelici, che
vivono per lavorare, invece di lavorare per vivere.
E’ molto difficile
comprendere, cosa spinga le persone a mantenere bassi livelli di felicità
ovvero cosa muova a passare le giornate a lavorare o a pensare al lavoro. A volte
l'illusione che solo il duro lavoro porterà il successo, che solo incassando i
colpi e piegando la testa si potrà crescere professionalmente. Ovvero
accettiamo una condizione infelice oggi, per la felicità di domani.
Ma siamo
proprio sicuri che le cose stanno così?
Nel frattempo si
sacrificano l'amore,
gli affetti, la famiglia, gli hobbies, ovvero le cose, che a dire delle
persone, risultano essere le più importanti e spesso la felicità o le emozioni più belle della vita sono proprio associate ad
esse.
Se rientri
nella categoria di coloro che vivono per lavorare e se questo non ti rende
felice, dovrai fare dei cambiamenti. Prima di tutto inizia a dedicare più tempo a te
stesso e migliorare la rete delle tue relazioni sociali.
Il lavoro è fondamentale nella vita di ognuno di noi, ma ricorda sempre di lavorare per
vivere e non il contrario.
Caterina Petronella Life Coach
Nessun commento:
Posta un commento