Prima di diagnosticarti depressione o bassa autostima, assicurati di non essere semplicemente circondato da stronzi.
(William Gibson)
L’autostima è il valore di giudizio che
ciascun individuo si attribuisce, ovvero ciò che pensa di contare come persona,
come essere umano. Questo giudizio si forma sulla base delle esperienze (educative
e formative) vissute nella relazione con l'altro e con l'ambiente che ci ha
fatto sentire capaci o incapaci, sicuri o insicuri.
L'autostima è alla base della nostra personalità e del nostro
carattere, ed è qui che andiamo ad attingere risorse quando abbiamo bisogno di
superare ostacoli e prove della vita.
L’autostima è composta da molti elementi, da quanto ci
accettiamo e quindi dalla buona valutazione delle proprie capacità; dalla
fiducia nelle proprie intuizioni, emozioni e sensazioni; da un buon rapporto
con il proprio corpo; dalla sensazione di potersi fidare di sé. Oltre che dal
sentirsi capaci di poter compiere una azione, e questa sensazione scaturisce
dai successi ed insuccessi vissuti; dalla modalità di affrontare le esperienze
nuove; dal tipo di lettura data ai fallimenti provati.
Come si forma l'Autostima?
L'autostima si sviluppa e cresce con noi, sin dalla più
tenera età. E' un aspetto soggetto a trasformazioni e quindi va coltivato passo
dopo passo. La nascita psicologica dell’essere umano passa attraverso il
rapporto con l’Altro (madre-padre-fratello-insegnanti etc) e l’autostima ne è
una componente fondamentale. Per i bambini il rapporto con l’Altro è fondamentale.
La cura dei bisogni fisiologici primari ( allattamento, cura dell'igiene,
ascolto dei bisogni) è necessaria, ma per nutrire l’autostima nel bambino è
necessario che egli senta di avere un posto nel cuore e nella vita dell’Altro,
sapere di essere amato e desiderato per il solo fatto di esistere, e non per
quello che sa o che fa. Questo è un messaggio di amore profondo e di totale accettazione. Se passa questo
messaggio il nucleo dell’autostima del bambino si fa forte, stabile e tutto il
resto viene da sé.
Affinche il bambino possa credere in sé, è
necessario che i genitori credano in lui. Il bambino ha bisogno di sentirsi stimato e
capace di compiere azioni importanti. Solitamente qesto processo avviene
naturalmente quando il bambin è “bravo” ed ha un buon comportamento, ma
cosa accade quando sbaglia, quando va male a scuola?
Un errore comune è quello di rimproverare
la persona e non l'azione compiuta. Ad esempio “Sei cattivo!” e invece di “Hai
fatto una cosa cattiva”. Oppure “Sei un pasticcione” è diverso da “Questa volta
hai fatto un pasticcio perché ti sei distratto”.
Cari genitori è importante che voi facciate un lavoro sulle
vostre aspettative, poichè sono proprio questea dirigere le vostre azioni e le
vostre parole. E le aspettative sono condizionate dalle paure.
Gli adulti rappresentano uno “specchio” in cui guardarsi per i
bambini. Essi si costruiranno un’idea di quello che sono sulla base di ciò che
i grandi rimandano loro. Questo processo va avanti sino all'età adolescenziale,
momento cruciale della vita dell'essere. In questa fase tutto viene messo in
discussione e per questo può accadere che un bambino in cui si è creduto poco,
può diventare un adolescente timido insicuro e continuamente bisognoso di
rassicurazioni.
Un aspetto fondamentale è valorizzare
le doti e i talenti dei propri figli, cercando di riconoscergli una
unicità e straordinarietà!
Spesso
sentiamo bambini e ragazzi dire: “Io non valgo niente!. E’ possibile che il bambino sia stato
continuamente svalutato e non crede alle sue capacità. Oppure
può essere che il bambino ha vere difficoltà, a scuola per esempio, e
sente che il suo valore, dipende solo da questo.
Altra frase tipica è: “ Sono un incapace”.
Avolte il bambino non accetta di sbagliare, forse perchè non gli è stato
concesso di fare errori, o non ci prova neanche a sfidarsi in un nuovo compito.
O ancora si arrende dopo una serie di insuccessi e si mortfica.
Cari Genitori, cosa potete fare?
La prima cosa da fare sempre è rassicurare il bambino sul
piano emotivo. E' molto importante “cosa” si dice, ma soprotutto “come”
trasmettiamo il messaggio. L'unica cosa che dobbimo ripetere nel nostro cuore e
poi al nostro bambino è “ti voglio bene lo stesso, tu vali comunque” al di là
delle cose che fai . Ma dobbiamo crederci davvero, bisogna essere convinti del
nostro e altrui valore!! Le menzogne non portano buone conseguenze!
Seconda cosa è rendersi conto
effettivamente di che cosa spinge il bambino o il ragazzo all'insuccesso. Fare
una valutazione oggettiva delle cause esterne o interne. Ed eventualmente
chiedere aiuto a degli esperti.
Solo dopo aver condiviso uno spazio di
dialogo, averli rassicurati affettivamente, e dopo aver
dato all’insuccesso la giusta dimensione, si può affrontare il problema da un
punto di vista pratico.
Il bambino ha dei limiti oggettivi dovuti all’età? Bisogna
aiutarlo incoraggiandolo e spiegandogli che crescendo migliorerà le sue
capacità e competenze.
Se invece sottovaluta le sue possibilità e non tenta neanche, è importante trasmettergli
il bello di scoprirsi e si scoprire, ovvero il piacere e il divertimento di
cercare cose nuove.
Quando il problema è il perfezionismo, allora bisogna fare un
lavoro sulla capacità di tollerare i fallimenti e provare a dargli una visione
diversa dell'errore, ovvero come occasione per crescere ed imparare dagli
insuccessi.
Anche qui ...LA REGOLA NON CAMBIA... bisogna essere SINCERI
con se stessi come genitori: si è disposti ad accettare i fallimenti dei figli?
Anche il concetto di fallimento va
spiegato bene: sbagliare è naturale e ci è concesso, sopratutto perchè
dall'errore si impara qualcosa di nuovo. Il problema non sono gli errori, ma il
significato che gli attribuiamo.
Insegnate ai vostri figli il coraggio di
affrontare le sfide e le paure. E ricordate, il più grande desiderio dei
bambini è quello di essere riconosciuti e accettati per quello che
sono: premiate quello che fanno di buono e questo rappresenterà un ottimo modo per
consolidare ed alimentare l’autostima dei vostri piccoli!
Caterina
Petronella, Life Coach
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